giovedì 21 luglio 2016

La melagrana ci allunga la vita Ecco il frutto che più si avvicina all'elisir di lunga vita

L'elisir di lunga vita è più a portata di mano di quanto pensiamo, a patto che ci piaccia la melagrana. È un frutto di cui si parla molto e finalmente è arrivata anche la conferma scientifica delle sue proprietà: l'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (Svizzera) ha scoperto che una molecola presente nelle melagrane (che normalmente viene elaborata dai microbi dell'intestino umano), permette alle cellule muscolari del nostro corpo di proteggersi contro una delle principali cause di invecchiamento. 

Gli studi sono stati condotti su nematodi e roditori con esiti sorprendenti. Nonostante ci siano ancora studi clinici in corso, primi risultati di questa ricerca sono già stati resi noti dalla rivista 'Nature Medicine'.
L'elisir di lunga vita sarebbe una molecola che da sola riesce a ristabilire la capacità delle cellule di riciclare i mitocondri (i loro 'centri d'energia') difettosi. Questa molcola si chiama urolitina A.
Come ha spiegato Patrick Aebischer, autore dello studio, l'aspettativa di vita dei vermi C. elegans è aumentata del 45%. Teniamo comunque presente che questi vermi dopo dieci giorni già vengono considerati anziani.
C'è da dire che le melagrane non possiedono la molecola in questione, ma quello che potremmo definire il suo 'precursore' che viene convertito in urolitina attraverso i batteri che popolano l'intestino.
Quindi la quantità di urotilina di cui possiamo disporre varia a seconda della flora presente nel microbioma intestinale di chi consuma melagrane.
Il prossimo passo sarà sviluppare un metodo per fornire dosi ad hoc di urolitina alle persone; ci penserà la start-up Amazentis.
Un altro segreto per vivere a lungo è pedalare: la bici ferma l'età che avanza.



Il sistema idrico italiano è un colabrodo. Servono maggiori investimenti

Arrivata l’estate torna l’emergenza acqua. Cresce infatti il numero delle famiglie italiane che hanno dovuto affrontare un’erogazione irregolare nelle proprie abitazioni: nel 2015 sono state il 9,2% del totale nazionale, in aumento rispetto all’8,7% del 2014. Sempre nel 2014 sono stati 208 i giorni di sospensione dell’erogazione del servizio nei capoluoghi di provincia, tutti nel Sud d’Italia. E’ quanto emerge dai dati elaborati dal Laboratorio REF Ricerche e diffusi in vista della prossima edizione di “H2O 2016”, la Mostra Internazionale dell’Acqua organizzata da BolognaFiere, che si svolgerà dal 19 al 21 ottobre prossimi.

Proprio nel settore acqua l’Italia appare arretrata rispetto al resto dell’Europa e con molte disuguaglianze tra nord e sud: le perdite nelle reti sono stimate tra il 30-40%, gli acquedotti e le reti fognarie soffrono di vecchiaia, il 24% delle condotte e il 27% della rete fognaria ha più di 50 anni, ed ancora esiste un 8% di condotte in cemento amianto, meno della metà degli impianti di depurazione (45%) assicura un trattamento dei reflui almeno secondario e sul fronte qualità, il 2,2% dei campioni è risultato fuori norma con un 9% sulle isole.
“Per garantire insieme alla tutela di questo bene comune di fondamentale interesse pubblico insieme alla disponibilità di acqua in quantità e qualità sufficiente per soddisfare le esigenze dei cittadini e degli utilizzi nei settori produttivi – ha osservato il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi – è necessario, mettere in atto un sistema di azioni e strumenti realmente efficaci di tutela e utilizzi sostenibili di questa risorsa con investimenti adeguati e un quadro normativo coerente che potranno permettere di avviare il settore sulla strada della green economy. Un settore che già sta affrontando e dovrà affrontare ancora di più nei prossimi anni gli effetti dei cambiamenti climatici”.
Il vero grande problema del servizio idrico italiano è senza ombra di dubbio la carenza cronica di investimenti, stimati in oltre 5 miliardi di euro l’anno. L’Authority nella sua ultima relazione sottolinea che nel periodo 2014-2017 gli investimenti pianificati sono stati pari a circa 5,8 miliardi, più della metà concentrati in 3 Regioni, Lombardia, Lazio e Toscana. Eppure investire nel settore dell’acqua potrebbe avere non solo fare bene all’ambiente, ma anche servire da volano per l’occupazione, secondo l’ONU infatti la forza lavoro impegnata nel settore idrico in Europa è di ben 600.000 unità e negli USA ciascun posto di lavoro creato a livello locale nel settore idrico comporta la creazione di 3,68 posti di lavoro indiretti nell’economia nazionale.

Ecco cosa rischi se il tuo cane ti lecca La brutta storia di Christine Caron: le hanno amputato tre arti

Se amate gli animali sapete che è normale avere un certo contatto fisico con loro e che spesso i nostri amici a quattro zampe ci leccano per dimostrare il loro affetto.

Di solito non succede nulla, ed è bello coccolarli a nostra volta, ma in alcuni rari casi ci possono essere delle conseguenza poco piacevoli.
È bene conoscerle, ad esempio per evitare ciò che è successo a una mamma di Ottawa, in canada: la 49enne ha perso o tre arti proprio a causa di un comune batterio presente nella saliva dei cani, il Capnocytophaga canimorsus.
I cani infatti avevano leccato una piccola e banale ferita sulla mano della pardona, la quale dopo tre giorni si è sentita male per tutta la notte e poi ha perso conoscenza.
Si è risvegliata solo un mese più tardi priva di tre arti, danneggiati in maniera irreparabile da uno shock settico dovuto a una reazione avversa al comune batterio.
Si tratta di un caso molto raro: un reazione del genere al al Capnocytophaga canimorsusal si è verificata solo 200 volte negli ultimi 25 anni. Inoltre, al momento del morso, la signora era anche affetta, senza saperlo, dalla polmonite, il che ha peggiorato lo stato del suo sistema immunitario.